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Autore Discussione: Sabato 29/11 - Report  (Letto 10150 volte)
0 utenti e 1 Utente non registrato stanno visualizzando questa discussione.
Mikemotoca
Utente non iscritto
« inserita:: 27 Novembre 2008, 13:00:59 »

Previsioni: pioggia fino alle 10 di mattina.   Che ce volì fà?
Usciremo dopo allora, prepariamoci per il fango...
Ci siete?
Mike
Registrato
gv77 mausse
Utente non iscritto
« Risposta #1 inserita:: 27 Novembre 2008, 13:06:19 »

continua così!!!  ok
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dilettante
Utente non iscritto
« Risposta #2 inserita:: 27 Novembre 2008, 17:23:36 »

Marco presente... Esultiamo
Registrato
dilettante
Utente non iscritto
« Risposta #3 inserita:: 27 Novembre 2008, 17:27:35 »

se poi riesce ad arrivare la merce ordinata metto su anche la gomma nuova...che male non farebbe Incacchiato
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dilettante
Utente non iscritto
« Risposta #4 inserita:: 27 Novembre 2008, 17:35:15 »

Mike sei meglio di Bernacca ...previsioni al minuto.... si si
Registrato
Mikemotoca
Utente non iscritto
« Risposta #5 inserita:: 27 Novembre 2008, 20:11:07 »

Mike sei meglio di Bernacca ...previsioni al minuto.... si si

Meglio prevenire che curare...  Occhiolino

Piero che fine hai fatto??? Ti stai già montando l'Akrapovic?

Guarda che ti scappa di mano quel K530...
 smakkiamo!

Ajò....

Registrato
Mikemotoca
Utente non iscritto
« Risposta #6 inserita:: 27 Novembre 2008, 20:13:01 »

continua così!!!  ok

Grazie GV,

la voglia di uscire non ci manca, nonostante le intemperie  si si

Registrato
Mikemotoca
Utente non iscritto
« Risposta #7 inserita:: 01 Dicembre 2008, 12:27:24 »

 ok ciao sa
Dopo aver seguito con attenzione i bollettini meteo dei giorni precedenti, confermiamo l'appuntamento solo mezzora prima di incontrarci. Del resto, se ci fosse stato il maestrale di qualche giorno fa o un temporale come quelli che hanno flagellato l'Ogliastra in settimana, non avremmo potuto far altro che rinunciare.
Invece, alle 9 di mattina ecco il sole che fa capolino, a dispetto di tante nefaste previsioni e mille nostre preoccupazioni per l'andata a monte dell'uscita in programma.
Al contrario, a monte ci siamo andati noi... prendendo la strada più breve... troooppo breve!!!
La storia comincia con Marco e Mike che, dopo aver mollato Piero, constatato il suo eccessivo attaccamento al cuscino, partono alla volta della Tomba dei Giganti su una stradina semi-asfaltata che si imbocca dalla Orientale Sarda... l'appuntamento con l'amico ritardatario era rinviato a ora da stabilirsi al punto d'incontro chiosco-bar sulla stessa statale.
I due cominciano l'esplorazione del territorio inoltrandosi per sentierini e mulattiere che si diramano dalla semi-strada, trovando l'ambiente molto interessante; infatti alzando lo sguardo verso le colline si potevano scorgere i viottolini tortuosi che si arrampicavano tra i cespugli verso le più svariate direzioni, tutti piuttosto ripidi ovviamente. Tastiamo il terreno di una mulattiera e troviamo molto gradevole l'andar su con un fondo compatto nonostante la pendenza piuttosto marcata... saliamo divertendoci senza esitazione e ci fermiamo per verificare l'orario e fare il punto della situazione. Ore 10,45, la statale ancora non distante e facilmente raggiungibile, il ghiro su K530, raggiunto telefonicamente stima il suo arrivo al punto di ritrovo intorno alle 11,00.
Va bene, andiamogli incontro così ne approfitto per fare benzina, dato che vi ho rinunciato prima contando ancora su una sufficiente autonomia del mio mezzo (stimavo almeno 6 lt di carburante nel serbatoio)...
Riforniti e rifocillati ci riuniamo al chiosco e decidiamo di riprendere la stradina di prima ma Marco, intrigato da quelle mulattiere intraviste prima suggerisce di imboccarne una, che trova molto attraente... e fu così che i tre intrepidi enduristi si avventurarono per un percorso sconosciuto non immaginandosi cosa li aspettasse...
Vero è che avevamo tutta la giornata davanti a noi e che stimavamo che avremmo potuto arrivare sul versante opposto delle colline, verso Monte Cresia, dove ci saremmo ritrovati su percorsi conosciuti, ma nessuno di noi avrebbe scommesso sulla possibilità concreta di arrivarci, privi di mappe o di qualsiasi altro strumento di navigazione.
Comunque saliamo per il sentiero superando un tratto di terra molle, per poi trovare i soliti canali scavati dall'acqua che però lasciano abbastanza spazio per far passare le ruote. Il tratto successivo diventa una specie di tagliafuoco che costeggia alcune case sparse a mezza collina. Ci inoltriamo ancora e superato un tratto quasi pianeggiante, inizia il terreno pietroso e a un certo punto ci fermiamo per consultarci, dato che quello che vediamo davanti a noi non era certo la mulattiera divertente di prima. Infatti la pendenza era abbastanza preoccupante e tra canali profondi e pietroni restava ben poco spazio per passare, su un terreno anche piuttosto scivoloso... ma non solo: c'erano anche le curve!
Mettiamo le moto in cavalletto e saliamo per un po' a piedi, con non poca fatica. Vedo che oltre il primo tratto la mulattiera si allargava un po' ; lasciando uno spazio dove c'era qualche possibilità in più di passare, se si riusciva a non far fermare la moto.
Decidiamo allora di tentare di salire aiutandoci l'un l'altro: 2 a terra e uno in sella, e ne approfittiamo anche per ; fare anche qualche filmato.
Il primo volontario, nonché cavia per l'esperimento ovviamente è il sottoscritto: salgo in sella, metto in moto e, dopo aver scavato qualche fosso con la gomma del K riesco a partire; la pendenza e quel terreno scivoloso mi preoccupa non poco, considerando il rischio di finire dentro quei canaloni alla minima intraversata della moto. La paura di perdere l'equilibrio mi impedisce di mettermi in piedi ma, slittando e zampettando riesco in qualche modo a salire nel punto più favorevole.
Riscendo a piedi e sale Piero che dopo un paio di fermate e ripartenze a spinta si ficca dentro a un canale e non riesce più a uscirne. Togliamo fuori dal fosso il K530 sollevandolo in 2 e quindi tocca al sottoscritto a portarlo su. E 2.
Marco va a recuperare la sua Husqvarna e, con qualche zampata e non poca fatica, sale anche lui.
Ce l'abbiamo fatta, abbiamo pensato. Illusi!
Giriamo un altro tornante di media difficoltà e ci ritroviamo su una specie di altipiano con dirupi ai lati e il sentiero che davanti a noi si arrampica sulla collina con una serie di tornanti da paura. Fermi a 50 m dal mostro apriamo il 2° summit: a destra non si scende, a sinistra peggio che andar di notte, che si fa ragazzi? Torniamo indietro? Io dico: secondo me tornare indietro è ancora più difficile perché ci troveremmo quella pendenza paurosa in discesa in un terreno scivoloso con pochissimo spazio lasciato dai canaloni e dai pietroni, che vuol dire caduta rovinosa al 90%.
Vado a piedi in avanscoperta. Il diavolo non è così brutto come lo si dipinge, si dice... e io cerco di ravvivare le tinte fosche e con convinzione dico che si può fare, attraversando da un bordo all'altro del percorso per cercare i punti percorribili. Ho notato anche le tracce dei tasselli di qualche endurista che ci ha preceduto, che sicuramente è passato qualche ora prima di noi.
A questo punto Piero si stufa delle chiacchiere e decide di iniziare lui ad affrontare la salita. Eccolo partire spedito e imboccare la prima... buca! Ci si pianta dentro e comincia a scavare. E vai a spingere in 3...
Sale su per un altro pezzo e poi vado io, che avevo individuato un tratto percorribile in mezzo ai cespugli, al di fuori del punto in cui la mulattiera era per me proibitiva. Scarto a sinistra e riesco spingendo anche i cespugli a saltare il tratto peggiore e rientrare nel punto successivo, tra i pietroni, per poi fermarmi dietro Piero che aspettava che andassimo avanti io o Marco. Quest'ultimo ci supera cercando di sfruttare lo slancio acquisito precedentemente e sale. Riparto anch'io superando Piero e continuo a salire cercando i punti con meno pietre e, dove possibile, gli appoggi per le curve. Raggiungo Marco su un tornante con la moto che è affondata tra i pietroni e fermo mi guarda con aria sconsolata e farfuglia qualcosa tipo: ma perché ci siamo cacciati in questo guaio?
Ok. Ragioniamo.
Guardandoci intorno vediamo che gli altri sentieri non sono distanti, anche se sono più in alto. Ci sono tracce di tasselli, per cui qualcun altro è passato stamani. Siamo quasi al cucuzzolo della collina, per cui ormai la pendenza sta per finire: tra poco dovremmo trovare un tratto in pianura e l'incrocio con le stradine principali.
Diamoci dentro.
Marco riparte dopo un tentativo di diversi minuti di slittate sulle pietre, riprende la direzione della strada e sale. Io mi posiziono la moto nella parte più bassa della pietraia e con decisione, slittando sui pietroni riesco a partire, qualche zampata e poi sono in piedi sulle pedane, trovo delle fettucce di terra su cui passare e prendo velocità... vedo Marco che si ferma per aspettare e aiutare me o Piero, che mi aveva raggiunto nel tornante precedente.. decido allora di proseguire per non bloccare ancora tutto il gruppo, continuo a dare gas cercando di non perdere quel poco di velocità che mi consente di salire... le braccia cominciano a farmi male ma non mollo e riesco a superare il tratto peggiore e qui proseguo ancora per trovare l'uscita, e finalmente arrivo all'incrocio che mi aspettavo, con uno sterrato quasi in piano. Mi fermo sfinito e metto la moto in cavalletto. Volevo scendere a piedi per dare una mano agli altri ma mi sono reso conto che dovevo fermarmi per riprendere fiato.
Dopo qualche minuto scendo di nuovo ma sento il rumore dei motori e poco dopo vedo salire Piero e faccio a tempo a tirar fuori la fotocamera per riprendere Marco che saliva.
Ci prendiamo una pausa per riposarci e dissetarci (assaggio anche dei corbezzoli, visto che c'ero...) e poi ci mettiamo in cerca della direzione per...? Un posto dove mangiare perché sono quasi le 14 e l'appetito comincia a farsi sentire. A questo punto penso che si possa arrivare a Monte Cresia ma dopo aver percorso diversi km verso est non troviamo il posto. Torniamo indietro e riprendendo la direzione opposta alla precedente vediamo dall'alto l'Orientale Sarda e ci inoltriamo su un sentierino ; che dopo diversi chilometri in mezzo alla vegetazione fitta, con curve strette, pozzangheroni e altri ; divertenti passaggi ci porta alla Statale dove, arrivati a San Gregorio ci fermiamo a un chiosco per mangiare qualcosa per poi rientrare imboccando qualche sentiero conosciuto.
E' stata un po' sofferta ma alla fine possiamo dire che è stata una bella uscita anche questa, caratterizzata dalla voglia di avventura, oltre che di imparare ad affrontare le diverse difficoltà che si possono incontrare, senza mai trascurare di aiutarsi reciprocamente, come è giusto che sia tra enduristi.
Mike ; ciao sa

<a href="http://img531.imageshack.us/flvplayer.swf?f=Tmarcomula1291108ke5&autostart=false" target="_blank">http://img531.imageshack.us/flvplayer.swf?f=Tmarcomula1291108ke5&autostart=false</a>

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dilettante
Utente non iscritto
« Risposta #8 inserita:: 01 Dicembre 2008, 16:12:13 »

chiamarla bella uscita è sminuirla è stata grande.... ps grazie per aver tagliato il filmato aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhh Esultiamo ok
Registrato
pajo
Utente non iscritto
« Risposta #9 inserita:: 01 Dicembre 2008, 16:17:53 »

Bravi ragazzi!!
Sembra proprio una mula impegnativa......
La prox volta fateci vedere anche quando spingete!! Occhiolino
ciao belli!
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